Regina Di Attanasio nasce a Teramo e attualmente vive e lavora a Cesena.
Laureata in pedagogia approda all’arte nel periodo del liceo, quando inizia a cimentarsi nelle prime riproduzioni di disegni e dipinti deigrandi maestri dell’ottocento, dai quali eredita proprio l’abilità esecutiva delle forme e dei chiaroscuri; la sua conoscenza si alimenta anche e soprattutto dell’ osservazione costante di ogni elemento naturale che la circonda; guarda così attentamente il mondo, che riesce a “zoomare” la realtà, ingrandendola e traducendola in lineee materia su tela; proprio quest’ultimo modo di “conoscere” la farà avvicinare sempre di più all’informale.
L’artista vive continuamente una fase transitoria, passando infatti dalle forme del figurativo e del relativo mimetismo con la realtà, fino ad arrivare all’astratto e a quel modo di espressione istintiva del sentire.
Nella prima fase del suo percorso artistico Regina predilige l’olio come tecnica di base, mentre tuttora, percorrendo l’astratto e giocando molto con l’accostamento di colori, preferisce sperimentare l’utilizzo di varie tecniche, come l’acrilico, la resina e gli smalti; molto spesso miscela queste materie così da rendere l’opera ancora più corposa e complessa.
Studia pianoforte e si lega alla musica fin da giovane, questa passione cammina così di pari passo con l’arte, divenendo non solo ispirazione e musa per le sue tele, ma anche danza che dirige le pennellate, a tratti forti, a tratti lievi. Nelle tele informali sono proprio le sue pennellate a parlare, come lo è anche l’accostamento dei colori utilizzati.
Macchie, tele sporcate e poi dopo graffiate, i colori galleggiano come in un liquido amniotico e nuotano in una nuova vita, le traccie di colore diventano linee solo attraverso gli occhi dell’osservatore; Regina scruta ogni particolare dell’essere umano come fosse l’ultimo sulla terra, e ruba il pensiero di chi osserva quella tela e lo muta secondo la propria visione e il proprio sentire.
Radiografie di una realtà casuale, visione senza una prospettiva precisa ma istintiva ed energica, questo è quello che l’artista capta dall’esistenza e la applica nell’arte.
Nell’opera “Bentornata dolcezza” del 2011, l’artista pone il “bianco” come soluzione al tutto, una rinascita esistenziale, mentre i colori accesi che emergono rappresentano proprio la distrazione da ciò che la vita ci regala; l’energia del giallo, il calore del rosso e del fucsia, l’acidità del verde e la leggerezza del blu, fanno capire che questa è l’opera più completa di Regina; purezza ed energia sono le parole chiavi del suo lavoro.
Regina fa un vero e proprio “Zoom” sulla vita, un’immersione non solo visiva ma esistenziale; ne racconta i particolari e li espone senza alcuna paura di essere giudicata, è onesta nel modo di raccontarsi, quell’onestà che la porta ogni giorno a reinventarsi sempre in maniera diversa davanti a sè e alle sue opere.
Critica a cura di Benedetta Spagnuolo (testo originale)
24/03/2017